L’INFLUENZA DELLE NOTIZIE SULL’OPINIONE PUBBLICA


Secondo l’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, i timori dei cittadini si consolidano in modo preoccupante e si orientano verso una visione globale da non sottovalutare

 

 

 

Di Cristina Ferrigni, giornalista radiotelevisiva                                                                 09.06.2014

 

"Dalle catastrofi naturali alla chiusura improvvisa della fabbrica dove si lavora da 20 anni, da un crollo in borsa che manda in fumo la pensione e i risparmi accumulati per anni a un attacco terroristico. Nessuno ha più la situazione sotto controllo. Le paure di oggi sono sparse, sono diffuse e non siamo in grado di individuare con precisione le fonti da cui provengono".

Partiamo da questa citazione di Zygmunt Bauman, noto pensatore e sociologo polacco, per introdurre l’argomento su come la società contemporanea recepisce notizie e informazioni dai media, tv, quotidiani e siti web. Sono infinite le fonti da cui il lettore o il telespettatore può raccogliere notizie. E importante è capire in che modo i messaggi, soprattutto quelli negativi, vengono veicolati e recepiti dal pubblico. Crisi economica, instabilità politica sono, secondo il recente studio dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza[1], le maggiori paure degli italiani. La prima colpisce il 73% della popolazione, la seconda il 68,4%. Un dato che merita attenzione se si considera che (sempre secondo quanto rilevato dall’Osservatorio), fino a 4 anni fa in cima alle preoccupazioni degli italiani c’era la presenza degli immigrati e la criminalità comune. Dal rapporto emerge il consolidamento di alcune tendenze che tendono a diventare strutturali e che quindi meritano particolare attenzione.

 

 

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La maggiore fonte di preoccupazione, per il 73% degli italiani intervistati è rappresentata dalla insicurezza economica. Il cittadino teme di perdere il posto di lavoro (49%) o la pensione (44%). Una buona parte (43%) è attanagliato dalla paura di non avere abbastanza soldi per vivere. Considerevole anche il grado di sfiducia nei confronti della politica. Il 18% degli italiani critica l'inefficienza e la corruzione del sistema politico, mentre il 68% si dichiara deluso dell’instabilità del Governo.

Seppur in coda alla classifica delle paure, la criminalità (che preoccupa il 47% della popolazione) continua a dominare la scena dell’informazione pubblica: dai Tg ai quotidiani, alle riviste. Dall’analisi dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza, che ha condotto una ricerca tra i principali Tg nazionali ed esteri, emerge che il numero delle notizie di cronaca nera, negli ultimi 12 mesi, è aumentato. La quantità di notizie relative alla criminalità in Italia è addirittura superiore a quella degli altri Paesi d'Europa (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna). Sono le reti Mediaset (secondo lo studio dell'Osservatorio) a diffondere il maggior numero di notizie di reato. In RAI invece si è assistito a una diminuzione nella diffusione di notizie che riguardano la criminalità. Il Tg2, sempre secondo l’Osservatorio, avrebbe ridotto di un terzo le notizie negli ultimi 2 anni.

 

Una media inferiore, rispetto al numero di notizie nello spazio informativo, è registrata nei Tg3 (una notizia ogni 1,7 giorni). Nel Tg La7 (riferisce ancora l’Osservatorio), una notizia di reato ogni 3 giorni. Dalla ricerca affiora una netta polarizzazione tra i Tg Mediaset e quelli di Rai e La7. Studio aperto, Tg4 e Tg5 aumentano il numero di notizie di crimini rispetto all'anno precedente, mentre nel servizio pubblico, il Tg1 e il Tg2, questa tendenza, seppur costante rispetto al passato, è ben al di sotto delle reti Mediaset.

Lo studio dell'Osservatorio ha preso in considerazione anche la comunicazione che passa attraverso i social. Su oltre 105mila tweet raccolti, il 41% degli utenti si è rivelato preoccupato per il fenomeno immigrazione. A seguire,il 22% dei tweet è stato dedicato alla protesta dei forconi, il 13% alla salute (in particolare al metodo stamina), l'11% all'emergenza economica.

 

 

Numeri a parte, è doveroso fare una breve riflessione su come i media rivestano un ruolo fondamentale nel trasmettere messaggi al pubblico. Soprattutto in tema di sicurezza.

I crimini, i delitti efferati, gli omicidi irrisolti, che nel recente passato hanno dominato la scena dei talk pop televisivi del pomeriggio, o dei programmi di approfondimento serali, sono scivolati nel flusso di notizie dei principali telegiornali. Violenza sulle donne, femminicidi, suicidi di imprenditori stretti dalla morsa del debito, dominano la scena dei Tg e fanno da sottofondo al dramma sociale di un Paese che vive grandi incertezze. La differenza sostanziale tra i dati reali sui crimini e la percezione che il cittadino ha di essi, passa anche attraverso l’informazione. E dal momento che tutte le questioni che riguardano la sicurezza non possono prescindere dallo strumento mediatico, comunicare, in questo campo, diventa di primaria importanza. Sappiamo bene che, nella maggior parte dei casi, il rapporto tra paura della criminalità e andamento dei reati non corrisponde al dato effettivo sui crimini. L'ondata emotiva che percorre l'opinione pubblica non è in relazione diretta con i numeri della criminalità.

 

E lo dimostra il fatto che seppur l'andamento dei reati, negli ultimi anni, non abbia subito impennate, nella popolazione è cresciuto invece, il livello di percezione d’insicurezza. Determinante, dunque, il ruolo di chi fa informazione. Soprattutto quando si parla di reati, di cronaca nera, di sicurezza, il giornalista, nel rispetto delle regole deontologiche e nei limiti della tutela delle fonti, deve il più possibile avvicinarsi alla verità sostanziale, trasferendo al destinatario dell’informazione quanta più possibile credibilità e fiducia. Ribaltando la tesi del sociologo americano David Altheide il quale asserisce che “la notizia è ciò che i giornalisti vogliono pubblicare”, si può riflettere sul fatto che una comunicazione corretta e non veicolata, può anche diventare una strategia per creare un clima sociale positivo, invertendo la tendenza a ingigantire, in negativo, la notizia letta dai giornali o ascoltata in Tv.

 

 



[1] A cura di Demos&PI, Osservatorio di Pavia, Fondazione Unipolis

 

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