SOCIETÀ ITALIANA: QUANDO LA PASSIONE PER IL CALCIO DIVENTA GUERRIGLIA TRA BANDE E SVILISCE LA DIGNITÀ DI UN PAESE


L’analisi del fenomeno tifoseria negli stadi, tra vecchi e nuovi strumenti, dinamiche rinnovate e l'impegno delle Forze dell’ordine, sempre più esposte a fenomeni inaccettabili per una società moderna

 

Di Cristina Ferrigni, giornalista radiotelevisiva                                             14.05.2014

 

 

DASPO[1] (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) “a vita” o anche solo preventivo. Potrebbe diventare presto legge, il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive “per tutta la vita” o vedersi esclusa la possibilità di andare allo stadio, se resosi responsabile di atteggiamenti di minaccia o intimidazione. L’annuncio del Ministro dell’Interno Angelino Alfano arriva all’indomani degli scontri allo stadio Olimpico di Roma poco prima dell’inizio della finale di Coppa Italia Fiorentina – Napoli. Le nuove norme sul DASPO (ancora da approvare), andrebbero ad aggiungersi a quelle previste dalla task force per la sicurezza delle manifestazioni sportive, istituita il 5 dicembre scorso dallo stesso Ministro Alfano e che entreranno in vigore a partire dal prossimo campionato. Si parte dalla riorganizzazione degli stadi, creando settori più piccoli al fine di rendere più efficaci i controlli. Si passa poi alla formazione del personale addetto con l’ottimizzazione dell’impiego degli steward, per arrivare all’istituzione del “supporter liaison officer” (un rappresentante dei tifosi delegato ai rapporti con le istituzioni con le Forze dell’ordine).

Quando parliamo dei rapporti tra tifosi e Forze di polizia non possiamo non menzionare il compito affidato alle “Squadre tifoserie”, unità operative istituite dal Capo della Polizia con una circolare del 19 agosto del 2000 presso di uffici Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali, Polizia di Stato) delle Questure. Si tratta di personale di polizia formato per svolgere servizio negli stadi e nelle manifestazioni sportive in grado di gestire situazioni di ordine pubblico. La task force ha messo a punto anche nuove misure per contrastare il fenomeno della contraffazione dei marchi  che, oltre a danneggiare i club sportivi, alimenta il settore del bagarinaggio e della contraffazione. Ma la stretta del Governo sul tifo violento intende andare oltre la misura immediata e avverte l’urgenza e l’esigenza di una collaborazione fattiva con le istituzioni sportive e con le Forze dell’ordine.

Una rete a tutto campo per trovare insieme soluzioni a medio e lungo termine restituendo al tifo calcistico la giusta dignità. È dal 2007, dal tragico episodio della morte dell’ispettore capo Filippo Raciti, ucciso a Catania dall’esplosione di una bomba carta, che ci si interroga sul confine sottile tra tifoseria e fanatismo, che si cerca di far luce su una nuova fenomenologia, alimentata dal seme della illegalità. In più occasioni il capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha ribadito l’esigenza di fare squadra al fine di evitare sciagure come quelle di Catania.Il calcio è un fenomeno di natura sociale e culturale e come tale va interpretato. Ma l’emergenza che aveva caratterizzato gli anni precedenti e quelli immediatamente successivi la morte di Filippo Raciti, sembra ormai superata. In Italia, nonostante le criticità ancora esistenti, siamo fortunatamente lontani da realtà ben più preoccupanti come quelle del Sud America o di alcuni paesi dell’Africa.

I comportamenti dei gruppi di tifosi (secondo le testimonianze raccolte tra gli steward e gli operatori di polizia), sono cambiati radicalmente. Lo attestano i dati dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e lo dimostra anche una ricerca scientifica, coordinata dallo stesso Osservatorio, intitolata “C’era una volta l’ultrà” e condotta in partenariato con l’università romana Link Campus University, con il supporto scientifico di psicologi della Polizia di Stato. I risultati della ricerca sono un chiaro segno dell’impegno che, in questi anni, ha visto in prima linea istituzioni governative e sportive.

 

 Tabella 1. Impiego delle Forze dell'Ordine 

Anno

Totale

Serie A

Serie B

Lega Pro

Lega Naz. Dilettanti

Coppa Italia

Internazionali

Amichevoli

07/08

242.781

86.554

52.789

69.259

1.679

23.441

7.687

1.372

08/09

203.444

68.884

39.498

66.885

2.756

13.098

11.355

968

09/10

192.132

72.725

37.254

57.575

1.645

12.341

10.178

414

10/11

182.381

73.669

35.312

48.902

1.272

13.921

8.454

851

11/12

163.355

62.744

39.199

41.245

1.200

10.995

6.797

1.175

 

Fonte: Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

 

In cinque anni (dal 2007 al 2012), l’impiego delle Forze dell’Ordine ha subito un costante decremento, passando da  un totale di 242.781 unità nel campionato 2007/2008 a 71.588 nell’ultima stagione calcistica. Il diminuito impiego delle Forze di Polizia risponde a una precisa strategia che tende a privilegiare la logica della sicurezza partecipata, mediante il coinvolgimento sempre più incisivo delle società sportive, lasciando alle Forze dell’ordine il compito di operare principalmente al di fuori degli impianti sportivi e lasciando agli steward quello di garantire le operazioni di sicurezza al momento dell’accesso allo stadio. E anche grazie a questi ultimi (il cui impiego risulta oggi obbligatorio negli stadi con capienza superiore alle 7500 persone), che negli ultimi anni, si sono ridotti notevolmente gli incidenti.

Gli steward, organizzati in unità, agiscono sotto la supervisione del delegato per la sicurezza, nominato dalla società sportiva organizzatrice dell’evento. La loro competenza si estende ad ampio raggio: dall’attività di bonifica del campo sportivo, al controllo delle persone che vi fanno accesso e della validità dell’intestazione dei biglietti, per finire all’attività di vigilanza all’interno dell’impianto sportivo durante lo svolgimento della partita. Nel 2013, gli incontri che hanno registrato feriti, 43, sono più che dimezzati rispetto alla stagione calcistica 2007/2008 che ne contava 90. In netta diminuzione anche il dato relativo ai feriti tra le forze di polizia, 33 nel 2013, rispetto ai 136 dei ai cinque anni precedenti.

 

Grafico 1. Incontri con feriti (Serie A, Serie B, Lega Pro)

 Grafico1.jpg

 

Fonte: CNIMS

 

 

Grafico 2. Feriti tra le Forze di Polizia (Serie A, Serie B, Lega Pro)

 

Tabella2.jpg

Fonte: CNIMS

 

 

Grafico 3. Feriti tra gli Steward (Serie A, Serie B, Lega Pro)

Grafico3.jpg 

Fonte: CNIMS

 

Lo studio dei dati finora menzionati va ben oltre la mera statistica numerica. Per un’analisi completa del fenomeno è necessario spostare l’attenzione sulla tifoseria organizzata, la vera protagonista di questa evoluzione culturale e normativa in ambito sportivo. La lettura dei dati ufficiali sugli incidenti all’interno degli stadi fa da contraltare a una evoluzione dei comportamenti delle tifoserie. Basti pensare al crescente interesse che viene riservato al dialogo tra i club e i tifosi o alla figura del “supporter liason officer”, il mediatore dei tifosi che si fa interprete delle loro esigenze con le Istituzioni.

È naturale che in una società che cambia, la qualità dell’offerta deve essere proporzionale alla qualità della domanda. Restituire alla gente uno stadio sicuro non è solo un problema della Forze di Polizia ma vede coinvolte, sullo stesso piano, tutte le istituzioni, governative e sportive. Al tifo deve essere restituito il concetto originale di passione per il calcio. E su questo è stato esplicito il Presidente del Senato Pietro Grasso quando, all’arrivo allo stadio Olimpico per la finale di Coppa Italia, ha commentato: “Una partita di calcio non si può trasformare in una guerra tra bande. Vedere uno spettacolo, gioire in maniera sportiva deve essere lo scopo di queste manifestazioni. Qualsiasi altra cosa è fuori dallo sport”.

 


[1] D.A.SPO. è una misura prevista dalla legge italiana al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di durante le competizioni calcistiche.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA