COME TRASFORMARE LE EMOZIONI “NEGATIVE” IN “POSITIVE” NEL QUOTIDIANO DI OGNUNO DI NOI


 

Di Alessandro D'Orlando, del 23 maggio 2015

 

Ogni giorno proviamo miriadi di emozioni, così come pensiamo un’infinità di pensieri. Alcune emozioni nascono da centri arcaici del cervello senza l’intervento di alcun pensiero, altre emozioni sorgono dai pensieri. Indipendentemente dalla loro origine, per una migliore qualità della nostra vita possiamo chiederci costantemente se le emozioni (e i pensieri) che ci attraversano migliorano o peggiorano la nostra vita.

Un mio insegnante mi diceva che potremmo porre le emozioni lungo uno spettro: scorrendo dal basso verso l’altro in rapporto al livello di distruttività troviamo la paura (la più distruttiva), la vergogna, la tristezza, la rabbia per poi passare verso emozioni più positive come la calma, la gioia, fino a emozioni a alta energia e capacità di guarigione come l’amore.

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Consapevolezza e ascolto, due parole chiave. Foto web 

 

Potremmo individuare nella paura la radice delle emozioni “negative” mentre nell’amore la radice delle emozioni “positive”. L’amore (per es. per la propria terra, la propria patria, la propria famiglia, gli esseri viventi) può ispirare atti di coraggio, dedizione, sacrificio, disciplina, rigore. La paura all’opposto (di perdere, di fallire, di morire) genera meschinità, chiusura, rigidità e alla lunga perdita di forze e di energia.

In alcune filosofie, per vivere con più amore è necessario prima sconfiggere la paura, perché a livello individuale e sociale viviamo costantemente immersi in paure di ogni tipo (miseria, carestia, terrorismo, ecc) e non sappiamo quindi cosa significa vivere oltre queste gabbie mentali ed emotive. Per riuscirci, sono stati inventati - da oriente a occidente - diversi metodi propri, ad esempio, della meditazione, delle arti marziali, della psicoterapia. In comune, tutti questi approcci mirano a mettere l’essere umano nella condizione di guardare con calma a ciò che più lo spaventa per comprendere fondamentalmente che dentro di lui c’è uno spazio che non potrà mai essere vinto nemmeno dalla minaccia più grave - anche se questa dovesse ucciderlo.

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Procedendo quindi per estremi, il confronto calmo e prolungato con le dimensioni della morte, della malattia, della solitudine, della debolezza, dell’impotenza è ciò che ci permette di sconfiggere le ansie di ogni giorno: per questo i ritiri di meditazione/preghiera ad esempio servono, perché nella calma emergono le nostre maggiori difficoltà interiori (dubbi, angosce, preoccupazioni) che quindi possiamo accogliere con calma in un contesto protetto.

Le emozioni “negative” diventano così “positive” nel momento in cui le abbracciamo. Non si tratta in altre parole di sconfiggere la paura, ma di abbracciarla; non si tratta di domare la rabbia, ma di tenerla gentilmente per mano come si farebbe con un bambino frustrato perché non ha ottenuto ciò che chiedeva; non si tratta di vincere la tristezza ma di consolarla e così via. In ultima analisi, possiamo dire che solo apparentemente ci sono emozioni positive e negative, così come solo apparentemente il concime è diverso dai fiori 

Ciò che garantisce la trasformazione delle emozioni (e dei pensieri) in forme migliori per noi e il mondo è la semplice consapevolezza, è l’attenzione unita a un senso di sollecitudine, di interesse, di cura. Se trattassimo il nostro cuore (e la nostra mente) con la stessa dedizione che ci ispirano il cucciolo di un cane o una tenera pianta nel nostro giardino, la nostra vita sarebbe più ricca di gioia, serenità, amore, calma.

  

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La gestione delle emozioni. Immagine web 

 

L’ansia e la depressione quindi, mali moderni, sono inquadrabili anche come semplice tentativo di tenere le emozioni “negative” sotto controllo, perché non sappiamo come maneggiarle: non sapere come nascondere o gestire le emozioni internamente determina paura (da cui l’ansia) e senso di impotenza (da cui la depressione). Viceversa, andare a trovare queste emozioni lasciando che la tristezza si sciolga in pianto, la vergogna in accettazione, la paura in coraggio, il dolore in pace grazie a una calma osservazione, alla meditazione, all’aiuto di un amico e nei casi più complessi di uno psicoterapeuta esperto ci libera nel modo più sicuro da quella paura cronica e i suoi picchi chiamati “attacchi di panico” che tanto turbano la quotidianità delle società occidentali.

Con un cuore più sereno possiamo quindi iniziare a mettere ordine anche nella concretezza del quotidiano: viceversa, qualsiasi azione compiremo che non sia dettata dalla calma e dalla lucidità, ci porterà ad arrotolarci nella tela del ragno come un qualsiasi insetto spaventato.

A noi la scelta ora, giorno dopo giorno.

 

 

 

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Alessandro D'Orlando, è psicologo clinico e psicoterapeuta ad indirizzo gestaltico. Membro dell’Associazione EMDR - Eye Movement Desensitization and Reprocessing - Italia, consulente aziendale e formatore, conduttore di gruppi di crescita personale; autore del libro “Intelligenza Emotiva e Respiro”, ed. Amrita, 2007 e dell’audio libro “La magia del respiro circolare”, ed. Good Mood, 2014. Per informazioni: alessandro.dorlando@gmail.com 

 

 

 

Fonti:

D’Orlando A., Intelligenza Emotiva e Respiro, ed. Amrita, 2007.

Goleman D., Intelligenza Emotiva, ed. BUR, 1999.

Goleman D., La forza della meditazione, ed. BUR, 2003.

Naranjo C., La via del silenzio e delle parole, ed. Astrolabio, 1999.

 

  

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